Per la nostra quarta e ultima intervista ai creatori di Ali del crepuscolo, abbiamo chiesto al regista Shingo Yamashita e all’assistente alla regia Yo Watanabe di illustrarci il processo di produzione dell’opera e di regalarci qualche aneddoto dal dietro le quinte.
D - In qualità di regista e assistente alla regia per Ali del crepuscolo, potreste spiegarci, rispettivamente, in cosa è consistito il vostro lavoro nel contesto della produzione?
Yamashita - Il regista traccia le linee guida da seguire. In termini semplici, il mio ruolo consiste nel comunicare con i membri dello staff e spiegare come devono essere fatte le cose e poi assicurarmi che tutto vada secondi i piani stabiliti. Se le mie indicazioni sono chiare e tutto fila liscio, praticamente non rimane molto da fare per me, quindi se lavoro meno significa che le cose stanno procedendo bene. Sono più o meno sempre occupato però, quindi significa che ho ancora tanto da imparare [ride].
Watanabe - I miei doveri in qualità di assistente alla regia sono un po’ difficili da spiegare. Tendono a cambiare molto a seconda del tipo di lavoro o dello stile del regista con cui mi trovo a lavorare. Ma faccio tante cose diverse: comunico aggiornamenti sul progresso dell’opera e do indicazioni ai vari team, per esempio. Comunque, il Sig. Yamashita riesce a gestire più cose contemporaneamente e quindi si occupa di tutto lui praticamente, per questo cerco di imparare da lui quanto posso.
D - Sig. Yamashita, ho sentito che è veramente meticoloso quando si tratta delle illustrazioni. È una forma mentis che ha ereditato dalla sua esperienza come animatore?
Yamashita - Sì, esatto. In generale, i registi non si preoccupano di correggere le illustrazioni o cose di questo tipo. Ma data la mia esperienza come animatore, ho sentito il bisogno di contribuire direttamente e persino dare una mano durante la fase di controllo dei fotogrammi chiave, ovvero gli importanti fotogrammi che definiscono lo stato iniziale o finale di una transizione.
D - Mi può dire qualcosa in più riguardo al controllo dei fotogrammi chiave?
Yamashita - Al giorno d’oggi, nella maggior parte degli studi di animazione giapponesi il processo comincia con la creazione di schemi e di bozze di fotogrammi chiave. È in quella fase che buttiamo giù la composizione generale delle immagini e facciamo un piano approssimativo dei movimenti e del posizionamento degli elementi. Successivamente, il direttore dell’animazione rivede i disegni e li rimanda agli animatori; il risultato finale prodotto, a quel punto, consiste in una serie di fotogrammi chiave (che possono essere chiamati anche fotogrammi chiave secondari). Successivamente, i registi che si occupano della produzione e dell’animazione controllano quei fotogrammi e li trasformano in video, per poi passare all’inserimento dei colori. Una volta raggiunta la fase di creazione del video, di solito non rimettiamo mano alle fasi precedenti, quindi è un po’ come un punto di non ritorno. A quel punto, chi si occupa della regia, generalmente, continua a supervisionare il lavoro per assicurarsi che non ci siano errori e poi dà il via libera. Ma nel mio caso, mi capita di avere delle nuove idee anche durante lo stadio avanzato di produzione, per cui finisco con l’aggiungere cosette in qua e là e mi ritrovo sempre con qualcosa da fare... [ride].
D - È così che si è svolto il processo di produzione per i primi sei episodi?
Yamashita - In generale, mi sono limitato a dirigere l’azione. Ci sono altri quattro registi che lavorano con me su questa serie e ognuno di loro ha i propri episodi da dirigere. Non ho contribuito molto agli episodi di cui non mi sono occupato o meglio ho voluto dare agli altri registi carta bianca. Ho comunque supervisionato i lavori del primo, del quarto e del settimo episodio, e per questi ho fatto aggiustamenti di ogni tipo fino all’ultimo secondo, come al solito.
D - Dando un’occhiata ai commenti su YouTube e altre piattaforme, sembra che i fan apprezzino davvero tutta l’attenzione al dettaglio che avete riposto in questa serie.
Yamashita - Beh, c’è sempre il rischio di essere tacciato come troppo perfettino [ride]. Ma per me i dettagli delle illustrazioni sono troppo importanti, quindi spesso mi ritrovo a lavorarci proprio fino alla fine. La mano dell’assistente alla regia Watanabe è ben riconoscibile nel quinto episodio; sia lo stile che le illustrazioni hanno riscosso molto successo.
Watanabe - Avrò anche esperienza nel gestire cosa accade sullo schermo ma, a differenza del Sig. Yamashita, io non sono esperto di disegni. Perciò ho semplicemente dato indicazioni al team di animazione che si è impegnato a realizzare le mie idee. Hanno fatto un lavoro così incredibile che alla fine non ho dovuto correggere granché. Sono veramente grato a questo team.
D - Conoscevate già l’universo dei Pokémon prima di questo progetto? C’è un Pokémon che vi sta particolarmente a cuore o una storia che vi è rimasta impressa?
Yamashita - Pokémon Versione Rossa e Pokémon Versione Verde uscirono quando ero in seconda elementare, quindi faccio parte di quella generazione di ragazzi che si è appassionata a questi videogiochi. Mi ricordo ancora quella parte dopo aver sconfitto i Superquattro della regione di Kanto, prima della lotta contro il rivale. A quel punto, il Pidgey si è evoluto in Pidgeotto e poi Pidgeot, e l’immagine grafica di quest’ultimo sembrava davvero più grande! E poi si sentiva il verso di Pidgeot con il sottofondo di musica drammatica per la lotta finale. Mi sembrava quasi di sentire il vento tra i capelli [ride]. Sono sicuro che Pidgeot non era poi così grande, ma la musica e il suo verso insieme mi davano l’impressione che fosse enorme.
Ho cercato veramente di infondere quel senso di spensieratezza e innocenza dell’infanzia in questo scontro tra Pokémon Dynamax del settimo episodio di Ali del crepuscolo. Mi ricordo anche che non riuscivo a catturare nemmeno un Tauros nella Zona Safari [ride]. Tutti i miei amici ne avevano catturato uno, ma io non ci riuscivo. Conservo ancora il ricordo di quando, sulla via di casa, continuavo a giocare sperando di catturarne uno, ma non ce l’ho mai fatta alla fine. Quante lacrime versate [ride]. È proprio grazie a storie come queste che Pokémon Versione Rossa e Pokémon Versione Verde mi hanno colpito particolarmente.
*Nota: in Giappone, i videogiochi Pokémon originali usciti per Game Boy erano Pokémon Versione Rossa e Pokémon Versione Verde mentre Pokémon Versione Blu è uscito successivamente, a differenza di alcune regioni dove Pokémon Versione Rossa è stato rilasciato insieme a Pokémon Versione Blu
Watanabe - Anche io appartenevo a quei ragazzi che hanno iniziato a giocare dalla prima generazione dei videogiochi. Mio fratello più grande aveva Pokémon Versione Rossa mentre io avevo Pokémon Versione Verde. Fin da subito, giocare mi ha dato la possibilità di mettermi in contatto con altre persone. A un certo punto, ho dovuto cambiare scuola e il fatto che tutti parlassero dei Pokémon alla mia nuova scuola mi ha aiutato tanto. In più, a quel tempo ci voleva il Cavo Link, vero? Mi ricordo che non tutti ne possedevano uno.
Yamashita - Sì me lo ricordo anch’io! Io non ce l’avevo.
Watanabe - Dopo la scuola, andavo a casa di un amico, i suoi genitori ci preparavano la merenda e noi ci connettevamo con il cavo per iniziare a scambiarci Pokémon... A quel tempo stavamo probabilmente cercando di mettere le mani su Alakazam e Machamp.
Yamashita - Ah sì, che ricordi!
Watanabe - Senza contare le serate passate a giocare fino a tardi [ride].
D - Vorrei farvi qualche altra domanda su Ali del crepuscolo. Per quanto riguarda il formato, la serie è una specie di collezione di storie brevi. C’è un tema o un’idea generale che fa da colonna portante?
Yamashita - L’idea di base era quella di scegliere Tommy e John, i giovani ragazzi all’ospedale, come punto principale e di riferimento dell’intera trama che avremmo definito man mano puntando brevemente i riflettori anche sui vari formidabili Capipalestra. La nostra intenzione era di dare a ogni episodio uno stile diverso e credo che ciascuno dei primi sei abbia un che di originale.
Prendiamo il quinto episodio, per esempio. Le emozioni di Olive sono più difficili da interpretare rispetto a quelle di altri personaggi incontrati negli episodi precedenti. La sua storia personale è abbastanza complicata, per cui non è stato semplice costruire un intreccio che fosse facile da seguire ma al tempo stesso commovente. Avevamo in mente una storia ben precisa che avrebbe suscitato delle emozioni nei fan anche senza essere a conoscenza di tutto il background del personaggio. L’assistente alla regia Watanabe è riuscito a realizzare quest’idea in maniera eccelsa, perciò penso che possiamo ritenerci soddisfatti [ride].
Per la storia di Hop e Wooloo nel terzo episodio, abbiamo scelto uno stile volutamente più comico, stile che di solito non mi appartiene ma che era più in sintonia con la serie animata di TV Pokémon. Pensavo che un paesaggio più soleggiato e bucolico avrebbe rispecchiato perfettamente il personaggio di Hop, e tra tutti gli episodi già pianificati, il terzo sembrava un’ottima opportunità per conferire alla serie una dimensione nuova e più leggera. In questo modo, anche quando le cose si fanno serie o il mondo ti dà un assaggio della sua crudeltà, puoi tirarti su di morale in questo luogo tranquillo e confortevole.
John e Tommy sono malati e non possono partecipare alle lotte Pokémon, tanto meno pensare serenamente al proprio futuro; il mio obiettivo per il terzo episodio era quello di rendere le storie di John e Tommy ancora più incisive con il confronto tra le due realtà. Volevo che le illustrazioni e il montaggio di quegli episodi rappresentassero la natura, le prospettive e i valori delle storie di questi personaggi. Hop è il fratello minore del Campione, cosa che potrebbe rendere la sua infanzia più dura per diversi aspetti. Tuttavia, non ha mai messo in dubbio l’intenzione di diventare un Allenatore, seguendo le orme del fratello maggiore. Il terzo episodio si apre con Hop mentre guarda la TV, proprio come facevano i ragazzi nel primo episodio, ma con della musica di sottofondo più leggera, una scelta di colori diversa e la luce del sole che illumina tutta la stanza. Quel tipo di contrasto era la nostra priorità durante il processo creativo del primo e del terzo episodio.
D - Quindi avete fatto il possibile per assicurarvi che nel complesso tutte le differenti parti della storia fossero collegate in qualche modo?
Yamashita - Assolutamente sì. È anche questo che rende il formato della serie così interessante, non si è in grado di comprendere la totalità dell’opera vedendone solo una parte; è impossibile capire certi elementi guardando ogni episodio separatamente. Per questo abbiamo cercato di connettere tutte le singole parti.
D - Ogni episodio si concentra su un personaggio differente, ma Corviknight e il Volotaxi fanno sempre capolino. Forse le loro apparizioni costituiscono il collegamento che unisce tutta la serie?
Yamashita - L’idea di far apparire Corviknight e il Volotaxi in modo che il mondo di Galar fosse coeso e internamente connesso ci è venuta durante la fase di progettazione. Li abbiamo usati come punto principale quando abbiamo buttato giù la trama per la prima volta. In seguito, durante le riunioni per la sceneggiatura abbiamo sviluppato quel concetto, ideando uno schema secondo il quale il pilota del taxi avrebbe chiesto al protagonista dell’episodio qualcosa come “Dove sei diretto?” e “Cosa ci fai qui?” e il personaggio avrebbe risposto.
D - I nuovi personaggi di John e Tommy sono davvero interessanti. Quali sono gli elementi più importanti presi in considerazione durante il loro processo creativo?
Yamashita - Sono il tipo di persona che ci rimane abbastanza male quando una serie animata basata su un’opera preesistente introduce dei personaggi nuovi.
Vedere dei personaggi mai visti prima sbucare dal nulla può rivelarsi una sorpresa poco gradevole per gli spettatori. E dato che abbiamo a disposizione circa cinque minuti per gli episodi di Ali del crepuscolo, ci siamo dovuti affidare ad altre modalità di sviluppo dei personaggi, diverse dal solito. [Ride]. Normalmente, i personaggi iniziano a prendere forma una volta che hanno avuto l’occasione di parlare o è stato mostrato un po’ del loro background. Visto che eravamo limitati in quell’aspetto, è stato difficile delineare appieno i personaggi di John e Tommy, nello specifico la loro natura e il loro legame.
Per ovviare alla cosa, abbiamo fatto in modo che nel sesto episodio venissero ripresentati fatti anticipati nel primo e che il settimo episodio riprendesse qualcosa del sesto, e così via. Ecco perché persino a questo stadio del progetto (nota: questa intervista si è svolta prima del rilascio del sesto episodio), ci sono ancora tanti aspetti dei personaggi di John e Tommy che rimangono nell’ombra. Abbiamo cercato di aggiungere una certa dose di mistero alla serie per cogliere di sorpresa lo spettatore e fargli pensare “Ah, ecco cos’era!”, ogni volta che viene rivelato qualcosa. Non abbiamo avuto molto tempo a disposizione tra la fase di preproduzione e la bozza iniziale della sceneggiatura, pertanto quando abbiamo dovuto decidere come definire i personaggi, abbiamo scelto di risolvere la questione via via seguendo l’evoluzione del progetto.
D - Di tutti gli episodi che son stati rilasciati finora, c’è qualche trovata della regia che non è stata notata dal pubblico o qualche aneddoto dal dietro le quinte che vorreste condividere con noi?
Watanabe - Mi sembra che il pubblico non si sia perso nulla finora [ride.]
Yamashita - [Ride]. Ci sono alcuni aspetti del mio stile di regia che per me sono difficili da spiegare a parole e la reazione del pubblico mi ha aiutato a capirlo, cosa piuttosto interessante, e che mi rende anche molto felice. A volte realizzo delle idee senza neanche accorgermene. Ci sono degli aspetti dell’opera che non ho introdotto intenzionalmente ma che nonostante questo sono risultati naturali. Talvolta, questi particolari aggiunti d’istinto sono in armonia con il resto e, quando capita, ne sono molto soddisfatto.
I registi elaborano molte idee a livello inconscio e queste intuizioni sono indispensabili, anche se non vengono verbalizzate. Uno dei momenti che preferisco è quando i fan riescono ad accorgersi di queste sfumature. Il Sig. Watanabe, ci ha messo molto del suo nel quinto episodio, giusto? Mi pare che il modo in cui ha diretto la scena con Mr. Rime si sia rivelato particolarmente efficace, per esempio.
Watanabe - Sì, anche se la mia idea iniziale era semplicemente quella di avere Mr. Rime nell’episodio... [ride]. Ma gli abbiamo fatto ballare un po’ di tip tap che ci ha aiutati ad esprimere meglio lo stato d’animo di Olive.
Yamashita - È stato fantastico!
Watanabe - Non voglio rivelare troppo per non rovinare il divertimento, ma dato che la durata degli episodi e delle singole inquadrature è abbastanza breve, abbiamo cercato di avere dei Pokémon o qualche personaggio dei videogiochi in ogni inquadratura. Forse ci siamo fatti prendere un po’ la mano, ma volevamo provare a introdurre più apparizioni possibili per far contenti i fan. Vediamo chi riusciranno a riconoscere!
D - Rivedere la serie con una particolare attenzione a questo tipo di cose fa parte del divertimento, no?
Yamashita - Possiamo tranquillamente parlare di come ci sia un Ditto nascosto in mezzo a un banco di Wishiwashi in una scena del quarto episodio. Ma non vorrei discutere di parti profondamente connesse alla storia perché non vorrei che venissero sopravvalutate o che apparissero eccessive [ride].
D - Preferirebbe che fosse proprio il pubblico a captare certi punti della storia guardando la serie più volte?
Yamashita - Sinceramente, va bene anche se la gente non si accorge di questi punti. Forse è anche questo il tema di Ali del crepuscolo perché abbiamo cercato di creare una storia che fosse facile da seguire anche avendo perso qualche pezzo, ma che, al tempo stesso, offrisse un livello di comprensione più approfondito per gli spettatori più attenti.
D - Ci può dire qualcosa riguardo a qualche scena particolarmente significativa dell’ultimo episodio?
Yamashita - Risulta un po’ difficile fare anticipazioni senza rivelare troppo, ma ci proverò. Penso che le lotte emozionanti tra Pokémon siano alla base della serie animata di TV Pokémon, ma Ali del crepuscolo non ha puntato molto i riflettori sulle sfide. Anche se John è un grande fan di Dandel, abbiamo scelto di non mettere le lotte al centro dell’attenzione. John è molto interessato alle lotte e vorrebbe assistervi di persona, ma questo suo desiderio finora non si è avverato. Nel settimo episodio, una delle scene da non perdere potrebbe avere come protagonista John che finalmente riesce ad andare allo stadio a vedere una lotta che si rivela essere davvero straordinaria... una lotta senza esclusione di colpi.
D - E lei che ne pensa, Sig. Watanabe?
Watanabe - Beh, mi trovo d’accordo con il Sig. Yamashita. Mi piacerebbe che fossero i fan a vedere il settimo episodio per farsi un’idea [ride].
Yamashita - Spero che tutti saranno in grado di vivere il sogno di John accanto a lui nello stadio! E sentire così in prima persona la potenza sprigionata dalla lotta Dynamax di Dandel.
Watanabe - Sembrava proprio la conclusione perfetta. E credo che anche molti dei personaggi più popolari facciano un’apparizione.
Yamashita - Vero. Vale la pena menzionare anche questo.
D - E lei Sig. Yamashita?
Yamashita - Fin dall’inizio il mio obiettivo è stato quello di far sì che Ali del crepuscolo fosse una serie forte e profonda per lasciare ai fan la possibilità di analizzarla come meglio credono, notando delle cose che magari in realtà non ci sono nemmeno. Ho voluto creare una serie che lasciasse il segno per gli amanti del mondo dei Pokémon.
Spero che i fan più coinvolti riescano a coglierne anche le sfumature più profonde e possano apprezzarla fino in fondo. Non perdetevi nemmeno un istante.
Ricorda che puoi guardare tutti e sette gli episodi di Ali del crepuscolo, compreso il nuovo episodio speciale “Stelle a raccolta” su TV Pokémon qui su www.pokemon.it, nella app TV Pokémon per dispositivi mobili, oppure sul canale ufficiale Pokémon di YouTube.
Non perderti neanche una delle nostre interviste con il team creativo di Ali del crepuscolo.